SHURIKENJUTSU
ARTE DEL LANCIO DI DARDI
Gli Shuriken o "aghi" erano solitamente tenuti in una fascia che conteva fino a cinque proitettili da lancio, e potevano venire lanciati in rapida successione da ogni posizione, con ogni luce, e da varie distanze. Sembra che i modi di lanciare gli shuriken fossero raggruppati assieme, raggingendo la dignità di una vera e propria arte (shurikenjutsu). Si sa che molti membri della classe dei guerrieri ne studiavano le tecniche per imparare ad usare le spade corte (wakizashi), i pugnali (tanto) e i coltelli (come il ko-gatana e il kozuka) con maggiore precisione ed efficacia a lunga distanza.
Oscar Ratti / Adele Westbrook
I segreti dei samurai, Edizioni Meditarranee 2008
Definiti anche Bo Shuriken, ne esistevano molteplici versioni, caratterizzate tendenzialmente dal fatto che in allenamento se ne usasse una versione piu' pesante rispetto a quella utilizzata durante il combattimento. Erano armi nascoste, utilizzate principalmente come deterrente allo scontro o come strategia di fiaccamento.
L'arte del lancio degli shuriken non fa parte del mokuroku della scuola, ma viene affrontato come disciplina extracurricolare da alcuni dojo.
L'allenamento incomincia con il lancio da breve distanza posizionandosi frontalmente al bersaglio facendo attenzione allo studio della meccanica di tiro. Col passare del tempo e con l'aumentare della manualità si passa a lanci laterali, contrari, da sotto, in movimento, con o senza spada.
APPROFONDIMENTO:
Il Tenshin Shoden Katori Shinto Ryu, come tutte le antiche scuole di spada, include anche tecniche Shurikenjutsu, le quali venivano tramandate per via orale, secondo una tradizione chiamata So-o Koketsu (i racconti di un vecchio).